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ConcertAzione


“Per quanto tu possa percorrere le sue vie,

non potrai mai trovare le frontiere dell'anima,

così profondo è il suo logos”.

(Eraclito)

Concertazione è una mostra tesa a documentare il lavoro creativo svolto da Alessia De Montis negli ultimi dieci anni della sua ricerca artistica. Un complesso percorso multimediale in cui s’interfacciano video, fotografia ed installazione in un continuo scambio di valori. Vengono poste a confronto opere di due cicli, fondamentali nel percorso di Alessia, per dialogare e raccontarci l’universo femminile e maschile, secondo la personale lettura dell’artista.

L'attenzione di Alessia si è incentrata prima sul mondo “femminile” nel tentativo di spiegare quel mistero che è l’universo della Donna, “strega” come ama definirla. Di questo ciclo, iniziato nel 2000, dal titolo “Odissea Contemporanea” e sviluppato in varie tappe, vengono presentati due lavori chiamati Alveari e Bozzoli.

La mise-en scene dell'Odissea Contemporanea è quella della Donna in una visione non dicotomica ma complementare a quella dell'Uomo.

Un viaggio che inizia con gli Alveari: un’installazione composta da 120 cellette di legno a forma di piramide tronca cava all’interno delle quali sono presenti altrettante fotografie. La presenza architettonica di taglio minimalista delle cellette bianche, disposte ortogonalmente allo spazio ambientale, è tesa a limitare lo sguardo dell’osservatore intento a scoprine i segreti nascosti in un atteggiamento in bilico tra reverenzialità sacrale e curiosità voyeuristica.

Video, come fotografia in movimento, installazione come quinta scenica, artista come regista in grado di documentare un attimo di esistenza e riavvolgerlo per poi srotolarlo nella dilatazione spazio-temporale della mente.

Alessia vuole raccontare l’aspetto magico della femmina-Strega/Ape regina, lontana dalla sovrastruttura cristiana impostale nel medioevo ed in grado di tessere nuovamente il primordiale legame con la natura: mito e leggende di donne “Dee”, disallineate al pensiero dominante, suggestioni del passato, eco della storia, frammenti che riaffiorano dalla coscienza, difficili da decodificare ma carichi di significati.

Lacerti di memorie oltre i confini del ricordo e del tempo riaffiorano in caotico abbaglio di emozioni, immagini e colori. Essi sono gli archetipi, le forme ed i simboli comuni a tutte le culture nati prima dell'Esperienza e quindi istintivi e primordiali. [1] Al mondo effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il loro modo di sperimentare la vita ed il mondo, gli uomini e gli dei".[1]

Dal bianco assoluto si entra nelle tenebre dalle quali emergono le essenze dei Bozzoli, (opera che si compone di tre trittici fotografici ed un video) quarta fase dell’Odissea contemporanea: metafore di nascita, dolore, rivelazione.

La memoria vola alla celebre scena onirico/surreale di L’Atalante di Jean Vigo, con il tuffo nel fiume e la sposa che volteggia nell’acqua. La pelle della fotografia, l'epidermide, la superficie del reale che ne racconta la profondità, il dettaglio che contiene le informazioni del tutto, in una coincidenza aristotelica tra forma e contenuto, sono valori riscontrabili nell'opera di Alessia. “Le sue donne magiche” cariche di energia e di vita, in una continua ricerca di verità e di risposte, affrontano un viaggio, quello della vita, verso la consapevolezza del sé. Lo spettatore, Ulisse, incontra queste creature a volte dolci, a volte ingannatrici e spietate, donne pericolose che volteggiano nel buio della profondità dell'anima emergendo fugacemente in una continua lotta che è la scintilla della vita.

“Combattere-ridere-pregare”, il secondo ciclo affrontato dall’artista e dedicato all’universo maschile, è, invece, il viaggio dell'uomo sotto forma di tre declinazioni del movimento.

Il paesaggio umano maschile di Alessia, nel video “Senza titolo”, è simboleggiato da un protagonista, una vittima o un sopravvissuto che, in bilico tra cielo e terra come un funambolo, resta in equilibrio tra chi sotto di lui è in guerra e chi sopra di lui, in alto, cerca di spiccare il volo verso la divinità.

L'uomo di Alessia vive la sua esistenza credendo di seguire una linea retta mentre in realtà compie dei cerchi o meglio una spirale che torna su se stessa in una naturale reiterazione ciclica degli accadimenti. In questo cammino, delineato dalla poetica dell'artista, l'uomo segna il suo tracciato concentrico che, nella circolarità, disillude l'innata aspirazione all'infinito. Egli vive la sua esistenza in continuo divenire, riempiendo lo spazio con alti muri, per poi liberarsene abbattendoli ed arrivando alla conoscenza di sé attraverso l'Ombra.

“Combattere-ridere-pregare” tre “eventi” della psiche, tre comportamenti archetipici interconnessi e sempre presenti nella vita dell’uomo. Un insieme di avvenimenti, orchestrati come immaginarie colonne sonore, come infiniti frammenti visivi, si susseguono diacronicamente formando un sistema complesso come la vita dell'Uomo.

Cinque video la cui proiezione sincronica forma l'immagine di un crocifisso: “Croce-mobile”, opera multimediale il cui sound design è stato affidato al giovane compositore e pianista Daniele Furlati. Con il video P.E.T. Alessia trasforma l’esame diagnostico per il cancro, (Tomografia ad emissione di positroni) in un acronimo dal significato mistico: (Profonda Emersione Trascendente)

Con P.E.T. Alessia affronta il tema della morte. Una metafora per immagini della guarigione di un malato terminale di tumore. Un dramma a lieto fine di un egiziano malato di cancro ai polmoni che guarisce a dispetto di ogni previsione medica. Alcune bolle d'aria riaffiorano dal profondo del mare sul quale giace una bombola d'ossigeno ossidata dal tempo e corrosa dall'acqua: la caduta nell'abisso esistenziale e poi la rinascita, la risalita, la riemersione che salva l'uomo dai momenti più cupi della sua vita. La vita e la morte: due entità interconnesse ed indissolubili come le tre azioni con cui Alessia ha raccontato l'umanità. In questo ciclo maschile, Ulisse sposta l'asse del suo viaggio da orizzontale a verticale scoprendo il misticismo e la religione in una sorta di Via Crucis contemporanea. E' la maturazione dell'individuo che nella disillusione della scoperta mancata, cerca dentro di sé il senso profondo dell'esistenza e scopre la sofferenza, la crocifissione, la passione di Cristo. Alessia rappresenta con questo atto la colpa dell'umanità che, per egoismo, pianta i chiodi su chi ha rivolto lo sguardo in alto invece che al trono.

[1] Carl Gustav Jung, 1939


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