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IL SUPPLIZIO DELL’IDENTITA’


Ogni idea di tipologia identitaria stabile è un tormento, in un momento temporale come il nostro secolo divenuto ormai mutevole. Ogni fuga da un’identità imposta dal prossimo è un accessorio allo strazio. Questa deriva tipicamente postmoderna ha completamente cancellato un sostrato formale che si era tramandato da tempo. La caratteristica privata è ormai cancellata in nome di un dovere essere prettamente pubblico. Il tema del progetto verte sul concetto d’identità, inteso in senso contemporaneo, e prevede interventi di pittura, installazione, fotografia e video. Gli artisti invitati incentrano difatti il loro lavoro su di un concetto metamorfico dell’identità, scandagliandone ogni possibile implicazione concettuale. I condannati al supplizio dell'identità siamo noi stessi, in quanto individui mutanti, a volte pienamente riconoscibili, altre volte nascosti dietro alle maschere che siamo obbligati ad indossare. Smarrimento e stato nascente sono il focus della nuova ricerca fotografica di Silvia Camporesi “Stato nascente”.

La ricerca del sé diviene ri-conoscimento e pratica terapeutica, qualcosa che non si svela mai in toto. Nelle opere di Massimo Festi “Il disagio”, una nuova serie che segna uno scarto rispetto al passato, l'’individuo è colto poco prima della sua scomparsa, segno visibile di un'identità che si sfalda. Nell'opera del gruppo Amae "Anna and her valve", che comprende una fotografia e un video correlato, viene rappresenta l'individualità soffocata e modificata dall’eccesso di make-up. Il concetto d'identità per Eleonora Rossi diviene un grande spazio sospeso dove l'essere umano viene relegato ad una piccola figura e catapultato all'interno di uno spazio senza punti di riferimento sia esteriori (relazione con il luogo) sia interiori (relazione con il sè). Eleonora Chiesa presenta la prima parte del progetto inedito Carenze - Utopian Project, l' Intro, in cui una ragazza sola, persa in un paesaggio naturale quasi onirico, senza un contesto temporale definito, auspica una possibile speranza in un futuro diverso e del tutto utopico. Fabrizio Orsi nell'installazione “Crisalidi” presenta il nuovo vizio legato all'identità della società contemporanea, la chirurgia estetica, nel momento del passaggio, del trapasso da un'identità ad un'altra, simboleggiato dalle cicatrici post-operazione e dai visi modificati dall'intervento avvenuto.


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