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Gian Luca Beccari

Artista multidisciplinare, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, il rapporto fra corpo e comunicazione di massa. Completandp la sua formazione alla Faculty of Art Media and Design di Bristol (UK).

Dal 1996 si occupa di arte e nuove tecnologie, ha condotto ricerche sulle interfacce uomo/computer, realizzando video installazioni interattive e live media. Dalla fine degli anni novanta ad oggi ha scritto e diretto performance multimediali presentate in alcuni fra i più̀ importanti teatri e musei italiani ed internazionali fra cui: Palazzo delle Esposizioni (Roma), Castel Sant’Angelo (Roma), Palazzo Reale (Genova), Teatro Manzoni (Bologna), Museo Villa delle Rose (Bologna), Teatro Ponchielli (Cremona), Ravenna Festival, Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, collezione Videoinsight di Torino, Biennale di Fotografia Alessandria, Italian Institute of Culture Bangkok.

Ha collaborato con: Studio Azzurro (Milano), INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Sky Cinema (Roma). Ha insegnato alla Università di Hypermedia di Faenza, all'Accademia di Belle Arti di Bologna e per la Giffoni Academy.

Il lavoro di Gian Luca Beccari e una rappresentazione visiva del concetto filosofico di “mutazione”, intesa come passaggio, anche repentino e doloroso, da un’identità all’altra....Partendo dal testo di Ovidio, il significato del cambiamento/trapasso si fonde con icone dell’immaginario postmoderno. Questa liberta interpretativa consente un dialogo più forte tra musica, immagini e performance teatrale.

Beccari sviluppa un proprio linguaggio fantastico e simbolico, in cui la memoria e lo spirito delle “Metamorfosi” di Ovidio si fonde con scenari attualissimi e post umani, all’interno di una concezione classica, mediterranea in cui LOGOS, PNEUMA e NOMOS si alternano per edificare forme in continuo cambiamento. L'aspetto più caratterizzante delle opere di Gian Luca Beccari e la capacita di riportare alla vita figure che appartengono al mito, non attraverso quella luminosa purezza formale che appartiene ai vari neoclassicismi che si sono susseguiti nella storia dell’arte occidentale, ma soffermandosi sull’elemento più oscuro, magmatico, dionisiaco, notturno delle figure mitiche stesse.

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