top of page

Karin Andersen

Il mio lavoro si è sempre occupato di questioni riguardanti l'ecologia, secondo il suo significato originario di scienza delle relazioni tra specie o organismi diversi e dei loro ambienti naturali o artificiali. Soprattutto, la mia intenzione è quella di mettere in discussione la filosofia antropocentrica che ha plasmato gran parte del comportamento umano verso il resto della biosfera, di indagare la tradizionale definizione della natura come nozione opposta alla cultura, così come l'approccio mentale, più che fisico, dell'uomo all'alterità animale. Una parte essenziale del mio lavoro in questa prospettiva è lo studio delle iconografie zoomorfe ibride. Come dimostra la storia dell'arte, è sempre stato probabile che ci considerassimo ontologicamente distanti o separati dagli altri animali: gli esseri umani con caratteristiche animali sono solitamente raffigurati come idoli soprannaturali, demoni malvagi o primitivi guidati dall'istinto. Vorrei concentrarmi su un diverso tipo di immagini zoomorfe, al di là delle tradizionali connotazioni morali e basate sull'idea di vicinanza tra l'uomo e gli animali. L'ibridazione diventa così un simbolo di contaminazione e cooperazione con qualsiasi tipo di alterità biologica e sociale.

Karin Andersen nasce a Burghausen in Germania e laureatasi presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, è un'artista visiva e video/regista. Esplora principalmente le interazioni uomo-animale e la dialettica natura-cultura. Le sue opere in diversi media sono state esposte a livello internazionale.

 

Ha sempre accompagnato la sua pratica artistica con i relativi studi teorici ed è stata invitata a tenere conferenze e incontri. I suoi articoli sono stati pubblicati su riviste d'arte e scientifiche.

Nel 2006 ha iniziato la sua attività nel campo del video/film/animazione, realizzando cortometraggi e video musicali. Ha partecipato a molti altri progetti di artisti, come assistente alla regia, montatrice, animatrice, performer e designer del suono e del carattere.

bottom of page